Nel Museo di Scienze Naturali di Trento è stata realizzata un’installazione unica nel suo genere, capace di unire scientificamente il mondo del vino con quello della geologia e che dimostra il collegamento tra le eccellenze di un prodotto locale con il territorio in cui nascono.
È la mostra permanente Roccia Madre al MUSE, innovativo museo delle scienze di Trento, realizzata in collaborazione con una delle protagoniste storiche del mondo del vino Trentino, la Cantina Endrizzi.
Perché questa collaborazione tra Endrizzi e MUSE? Entrambi condividono gli stessi valori: protezione e studio del territorio, tutela dei saperi e amore per la cultura.
La nascita del progetto
All’inizio del 2013 Michele Lanzinger, direttore del Museo Scientifico di Trento che da lì a poco avrebbe assunto il nome ormai famoso di MUSE, chiese agli imprenditori della Provincia di mettersi in gioco per arricchire i contenuti scientifici del museo. Perché? Perché, oltre a ricercatori e scienziati, gli imprenditori locali storici sono ovviamente profondi conoscitori del territorio e della terra che curano da decenni.
Paolo e Christine scelsero un argomento molto particolare: il rapporto tra vino e terroir… Un tema ancora poco noto che però riesce a suscitare l’interesse dei visitatori che di vino conoscono poco, nonché un tema capace di ribadire lo stretto legame tra territorio trentino e prodotti di eccellenza trentini.
L’idea venne accettata subito dalla direzione del museo. Iniziò così il progetto Roccia Madre, curato dalla Cantina Endrizzi insieme alla consulente della comunicazione Aurora Endrici ed il geologo Gianni Piffer.
La linea di vini “MUSE”
Per realizzare un vino eccellente è necessario conoscere molto bene il clima del territorio, l’altitudine e l’esposizione del vigneto ma soprattutto il terreno stesso da cui traggono nutrimento le vigne; in gergo tecnico si riassume tutto nel termine “terroir”. Ogni roccia è infatti la culla ideale per un tipo specifico di vitigno.
Paolo Endrici è appassionato non solo di enologia ma anche di geologia e racconta così il rapporto tra i suoi vini e il terroir locale:
Ogni vino di qualità al mondo nasce su suoli dai litotipi differenti e si esprime poi nel bicchiere con profumi e struttura peculiari.
Dal progetto Roccia Madre, che vuole esplorare il legame tra terroir e vino, ecco quindi la nascita delle particolari bottiglie della linea MUSE di Endrizzi:
- Müller Thurgau “Vulcaniti di Cembra”
- Gewürztraminer “Dolomia del Serla”
- Lagrein “Breccia di Masetto”
- Teroldego Rotaliano “Alluvioni del Noce”
L’esposizione Roccia Madre
I tecnici di Endrizzi, insieme al geologo Gianni Piffer, hanno prelevato campioni di terra e roccia dal suolo che nutre le vigne di Müller Thurgau, Gewürtztraminer, Lagrein e Teroldego.
Gli stessi frammenti sono quindi stati portati ed esposti al MUSE nella sezione dedicata alla geologia. L’esposizione permanente di campioni, visibile fin dal momento di inaugurazione del MUSE è accompagnata dalla descrizione delle diverse tipologie di terreni e la spiegazione della loro importanza sul quel determinato vitigno. Accanto ad esse ecco le bottiglie Endrizzi della linea MUSE con i loro nomi che richiamano appunto la loro matrice: “Vulcaniti di Cembra”, “Dolomia del Serla”, “Breccia di Masetto” e “Alluvioni del Noce”.
Questo percorso di conoscenza scientifica, dopo la visita al museo, si conclude in uno speciale momento di degustazione al MUSE Café: qui è infatti possibile sorseggiare i quattro vini protagonisti di questa iniziativa ed eventualmente acquistare anche le bottiglie.
Il percorso visita continua in cantina
Il museo è però solo un punto di partenza, il primo approccio al mondo complesso ed affascinante del vino trentino. Per questo chi visita il MUSE può compiere una seconda tappa, una sorta di visita sul campo presso il Masetto di Endrizzi di San Michele all’Adige. Qui, grazie a pannelli esplicativi e ad un percorso visita nel vigneto, è possibile approfondire il tema della “Roccia Madre”.
Il documentario Roccia Madre
Da questa particolare esposizione è nato il documentario Roccia Madre – Wine & soil; Paolo e Christine Endrici, il geologo Gianni Piffer e il direttore del MUSE Michele Lanzinger spiegano in parole semplici cosa significa terroir e quanto questo possa influire sulla qualità del vino. Il tutto accompagnato da spettacolari vedute sui vigneti della Val d’Adige.
Il sapore di un vino può cambiare in base al suo terroir?
La composizione di ogni terreno è fondamentale per la buona crescita di un particolare vitigno e quindi per la realizzazione di un buon vino. Ma può la composizione minerale del terreno influenzarne il gusto?
Sembra di no. Le ricerche scientifiche hanno infatti escluso che le note minerali di un vino possano variare in base alla composizione del suolo in cui crescono le vigne, questo perché i minerali per natura sono inodori a meno che non subiscano reazioni chimiche causate dall’interazione con altri elementi.
Nonostante ciò una ricerca Neozelandese condotta dalla Lincoln University ha indagato la mineralità del vino: secondo questi studiosi essa può essere utilizzata come descrittore, tuttavia “la fonte della sua percezione è incerta”. Anche i fattori culturali potrebbero influenzare questo sentore così vago.
Questa sensazione di mineralità è destinata quindi a non avere, per ora, una definizione precisa….