Menu
Trentino

Endrizzi e la confraternita della vite e del vino: destini incrociati

Cos’è una confraternita?

Una rimpatriata tra fratelli? Un’associazione religiosa? Non sono di certo pochi coloro che leggendo questo termine si pongono oggi tali domande. Ma cosa si intende veramente con questo termine?

Con questa espressione si vuole intendere: la creazione di un’associazione di fedeli eretta per l’esercizio di opere di pietà e di carità con una regolare organizzazione, e avente per scopo anche l’incremento del culto pubblico. A differenza delle congregazioni, i loro membri non emettono voti, né vivono in comune. Debbono avere uno statuto che fissa lo scopo dell’associazione e i rapporti sociali interni, un titolo e un nome, una foggia speciale di abito per i confratelli e insegne che vengono portate quando la confraternita si presenta come corporazione.

Le confraternite gastronomiche sono gruppi di persone accomunate dall’amore per un prodotto alimentare, sia esso un piatto o una bevanda della tradizione del luogo di origine; i membri della confraternita celebrano, tutelano e promuovono l’alimento con rituali spesso conditi da un tocco di goliardia.
Intronizzazione del nuovo confratello da parte del Gran Maestro, rito di iniziazione con promessa solenne, feste conviviali e altre amenità sono alcuni degli elementi imprescindibili della loro attività annuale.

Il Trentino e le sue Confraternite

Le confraternite sono diffuse in tutto il mondo ed erano molto di moda negli anni Sessanta e Settanta; oggi il numero di quelle attive in Italia sta assottigliandosi progressivamente, riducendosi a qualche bella eccezione, soprattutto nel settentrione del Bel Paese.

In Trentino se ne trovano ancora una decina, ad esempio quella del Tonco de Pontesèl o del Tortel de Patate, o la Vulnerabile Confraternita dello Stofiss dei Frati e la celebre Confraternita della Vite e del Vino di Trento. I soci sono spesso professionisti del luogo –sicuramente buone forchette – che si affiliano per trovarsi attorno ad un tavolo per discutere e progettare, nel nome della buona cucina e del piacere edonistico. Di base c’è la volontà di preservare una ricetta originale, un prodotto o una tradizione culinaria dagli avvilenti attacchi della modernità e della globalizzazione del cibo.

Una cosa è certa: le confraternite gastronomiche delineano in Italia un panorama di sapori e culture davvero unico e irripetibile e il panorama della gastronomia trentina non è da meno!

La Confraternita della Vite e del Vino di Trento

Il Trentino vanta una delle più numerose e antiche confraternite d’Italia, la Confraternita della Vite e del Vino fondata il 22 aprile del 1958 da un gruppo di ex allievi dell’Istituto agrario di San Michele all’Adige.

Il suo scopo è tutt’oggi quello di mantenere e sviluppare la cultura e la tradizione vitivinicola delle cinque valli vitate della provincia di Trento; la confraternita organizza infatti incontri, seminari e cene per esaltare e diffondere la popolarità non solo dei vini più blasonati del Trentino come il metodo classico Trentodoc, il vino rosso trentino Teroldego o i tanti vini bianchi aromatici, ma anche di prodotti di nicchia. Per i Confratelli è infatti particolarmente sentita la torchiatura della Nosiola nella Settimana Santa che, dopo l’appassimento sui graticci, dà vita al Vino santo trentino.

Vinum bonum laetificat cor hominum, dignus ego

Il vino allieta il cuore dell’uomo, sii degno di questo!

Recitano i nuovi confratelli nel simposio d’autunno che si svolge al Castello del Buonconsiglio, orgoglio della città di Trento.

Nell’arco di cinquant’anni l’attività della Confraternita ha contribuito in modo determinante alla crescita qualitativa dei vini trentini. Quando ancora le guide enologiche non esistevano, la Confraternita con i suoi premi indicava la strada da seguire sulla via della qualità. Un lavoro prezioso, pertanto, anche per i consumatori di vino trentino.
Nel corso dei decenni numerosi sono stati gli attesti di qualità e diplomi di “vino confratello” assegnati a Endrizzi dalla Confraternita, tra questi da ricordare il premio per il Gran Masetto.

I ricordi di Paolo Endrici

“Mio padre Franco sicuramente fu un personaggio di rilievo nella storia vitivinicola del Trentino del secondo Dopoguerra. Venne eletto infatti Presidente dell’allora Comitato Vitivinicolo e rimase in carica per per ben 25 anni! Fu organizzatore e Responsabile della Mostra dei Vini del Trentino -evento annuale che ebbe un grandissimo successo e una valenza commerciale rilevante per tutto il comparto del vino trentino- e si fece promotore della Strada del Vino già negli anni ’60. La Confraternita della Vite e del Vino lo invitò a farne parte nel 1975.
Racconta Paolo Endrici.

Ricordo ancora quando lo comunicò in famiglia con grande soddisfazione e fierezza! Mio papà divenne subito uno dei membri più attivi e collaborò all’organizzazione di molti viaggi nelle principali regioni vitivinicole europee.

La mia personale affiliazione risale invece al 2002. Ammetto di essere stato meno presente alle attività della Confraternita rispetto a lui – aggiunge Paolo Endrici- negli ultimi decenni mi sono dedicato anima e corpo a portare Endrizzi nel mondo e con esso anche la fama del vino trentino: ero spesso lontano da casa.

La Confraternita è come un’accademia del vino trentino, un’antologia di volti, di ricordi chiave, di personaggi cardine e avvenimenti che hanno plasmato la nostra realtà vitivinicola fino ad oggi. Spero che questa preziosa tradizione di affiliazione venga accolta in futuro dai miei figli Lisa Maria e Daniele, quinta generazione Endrizzi!”